Tempesta ART sui terminal portuali ma forse…

LIVORNO – Qualcuno sperava in un rinvio post-pandemia, che considerasse l’affanno con cui i terminal portuali e tutta la logistica collegata cercano di sopravvivere: ma niente da fare, in questi giorni sono arrivate le ingiunzioni di pagamento da parte dell’ART, l’Autorità di Regolazione dei Trasporti. Il lungo, lunghissimo e stremante contenzioso dunque continua, con l’immediata richiesta da parte di Assoterminal e di tutte le singole strutture colpite di una sospensiva. Amarezza e disillusione imperano: piove sul bagnato, è il giudizio. Possibile che non ci si renda conto di realtà che rischiano davvero di saltare?

Ne abbiamo parlato con Luca Becce, presidente di Assiterminal e uomo di porto per lunga esperienza.
Luca Becce

Presidente Becce, dunque non c’è niente da fare per questa contestabilissima stangata?

“Sono amareggiato nel constatare che la guerra continua. Sin da 2018 abbiamo contestato le richieste dell’ART e abbiamo vinto tutti i ricorsi. Poi è intervento il decreto Genova, quello per accelerare la ricostruzione del viadotto crollato, e nel testo ci hanno infilato che anche le concessioni demaniali portuali devono pagare l’Agenzia. Che non ha mai accettato, con il presidente Andrea Camanzi, di confrontarsi con noi. Dallo scorso settembre fortunatamente il vertice è cambiato: alla presidenza ora c’è Nicola Zaccheo, uomo totalmente diverso nell’approccio con i nostri problemi. Inoltre è affiancato da due componenti del vertice entrambi provenienti da ambienti portuali e che quindi conoscono bene i nostri problemi: Carla Roncallo e Francesco Parola. Finalmente abbiamo un rapporto fattivo: stiamo lavorando insieme con una nuova serenità in chiave di ricerca delle soluzioni”.

Si può sperare in una cancellazione delle richieste?

“Dura lex sed lex”, si diceva un tempo. Quello che ha stabilito il decreto Genova non può essere cancellato, ma può e deve essere interpretato. Nella sostanza, senza prolungare il discorso all’infinito – ci vorrebbero pagine e pagine per raccontare tutti gli sviluppi della faccenda – ci sembra giusto cancellare tutte le richieste pre 2020 e concordare gli eventuali contributi su quanto ART ha fatto e sta facendo concretamente: cioè se ha effettuato interventi veri di regolazione e controllo, come li ha fatti e a chi li ha fatti. È corretto chiedere corrispettivi per un lavoro realmente svolto secondo legge, ma non riteniamo lo sia in base a un generico imperativo di contributo. Abbiamo fiducia che prevalga il buonsenso e il rispetto della sostanza della legge”.

A.F.