Livorno, l’odissea dello spazio: portuale

LIVORNO – Spazi, occorrono spazi: è il “mantra” di questi tempi nel porto labronico, dove si sta disperatamente tirando una coperta troppo corta tra servizi che potrebbero essere molto incrementati se solo ci fossero banchine e spazi retrobanchina disponibili.

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Vediamo intanto i movimenti delle navi. L’Avvisatore Marittimo della torre azzurra del porto, grazie alla cortesia di Fabrizio Moniga, ci ha fornito l’andamento dei traffici nel terzo trimestre 2021 con il consueto confronto sullo stesso periodo dello scorso anno: sono 1926 gli arrivi, grossomodo quanto nel periodo 2020.

La metà delle navi arrivate sono traghetti che incrementano il numero del 5%; variazione positiva del 15% per motocisterne e del 32% per le chimichiere. Sono state 844.076 le tonnellate di crude oil scaricate che determinano una variazione positiva del 40%.

La cellulosa in arrivo distribuita su 45 navi è stata pari a 440.906 tonnellate, +28%; 37.818 sono le tonnellate imbarcate e dirette verso altri porti. Frenata invece del traffico di grano: quattro gli arrivi contro i dodici del terzo trimestre 2020; 18.273 tonnellate di grano scaricate pari a -63%.

Diciassette sono state le navi da crociera arrivate, delle quali tre per sosta tecnica; 16.502 i crocieristi sbarcati.

Il numero delle motonavi contenitori arrivate è pari a 169 in calo del 9,6%, stabili invece i car carriers a 78 unità.

Le navi ro/ro adibite al traffico di rotabili arrivate registrano una variazione negativa del 21% che si spiega con la maggiore capacità di carico delle navi classe “ECO”.

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Due i temi più attuali sul porto: il preannunciato trasferimento delle ro/ro di Grimaldi dalla Sintermar alla banchina ad alto fondale e i nuovi spazi disperatamente richiesti dal terminal Lorenzini e in parte concessi.

Sintomatico della carenza di spazi il caso del terminal Lorenzini, sulla sponda est della Darsena Toscana: la sua banchina, attrezzata, restaurata a spese proprie, è un esempio di impresa modello e i suoi traffici sono in continua crescita. Però non può avere nemmeno un metro di banchina in più e per quanto riguarda le aree, è sembrata a qualcuno una grande concessione la delibera del comitato di gestione che come noto ha così deliberato: approvate l’estensione delle aree già affidate in concessione, per un totale di 5.000 mq e il rinnovo dell’autorizzazione a utilizzare in via transitoria 8.200 mq in un’area retrostante la sponda est della Darsena Toscana e adiacenti alla concessione del terminalista. Il che, tradotto. Significa formalizzare di fatto il lavoro su aree già utilizzate.

Cattiva volontà, cattiva percezione delle esigenze dei traffici? Niente affatto: Guerrieri, Paroli e C. lo sanno bene quello che serve: solo che la coperta è corta, e lo diventa sempre più mano a mano che il tempo passa. A meno che…

A meno che non si accetti, come il pragmatismo impone, che certe aree non più utilizzate siano convertite senza resistenze di chi rimane ancorato al passato. Abbiamo almeno due esempi sul porto labronio: le aree Enel e quelle Eni, entrambi sul canale industriale. Sarebbero oro per i traffici e le due grandi società sembrano anche disposte a parlarne. Non sarebbe il caso di stringere, invece di aspettare solo Godot, ovvero la Darsena Europa e il conseguente nuovo utilizzo della Darsena Toscana?

A.F. – La Gazzetta Marittima