La Spezia aumenta il traffico container

Lo scalo ligure aumenta il traffico dei container sia movimentati a terminal sia per ferrovia. Previsti investimenti in attrezzature al LSCT del gruppo Contship

Per il porto di La Spezia lo scorso 2021 è stato un buon anno, con traffici in crescita e nuovi record, per esempio nel trasporto ferroviario dei container che rappresenta uno dei fiori all’occhiello del principale terminal, intuito e portato avanti da Angelo Ravano nel 1970, ben prima quindi dell’altra felice intuizione giù in Calabria con il terminal del porto di Gioia Tauro, Dunque, la ferrovia che ha registrato un incremento del 12% in termini di teu. Nel dettaglio sono stati movimentati 8.500 treni e 125 mila carri.

«L’incremento dei treni rispetto al 2020 e del 6,6% rispetto al 2019, premia la politica green che stiamo attuando, il lavoro di squadra che si sta consolidando nel porto e il continuo dialogo con il territorio», ha commentato il presidente della Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale Mario Sommariva.

Ma è il La Spezia Container Terminal (LSCT – Gruppo Contship) che ha realizzato un risultato migliore con un traffico complessivo di 1.263.518 containers/teu, ed un incremento del 17% molto significativo.

«Nel 2021 LSCT -spiega a Ship2Shore, l’Ad Alfredo Scalisi – ha presentato un nuovo Piano d’impresa il cui principale progetto riguarda il nuovo Terminal Ravano. Tale investimento entrerà nella sua fase di realizzazione nella seconda metà del 2022 e si completerà entro il 2025. Alla fine dei lavori LSCT avrà una nuova banchina di 525 metri, attrezzata con 5 Ship-to-shore di ultima generazione, un piazzale gestito con mezzi semi automatici elettrici e nuove aree a disposizione per lo stoccaggio dei traffici futuri, che prevediamo si potranno incrementare fino a 2 milioni di TEUs».

Anche sul fronte del lavoro novità confortanti che dovrebbero riportare i livelli occupazionali alle realtà pre-Covid. Sono, infatti, almeno 55 le assunzioni previste nelle aziende portuali entro il 2023. E le figure lavorative più richieste sono quelle tecniche, in particolare l’operatore di piazzale e il rizzatore. Numeri suscettibili di variazioni, probabilmente al rialzo, se la pandemia andasse progressivamente a scemare.