News

UNIPORT ricorda il ruolo chiave delle imprese

ROMA – “Finalmente si cominciano a diradare le nubi su un’ipotesi di riforma dell’assetto della portualità italiana di cui si è solo parlato per quasi due anni. Le dichiarazioni del vice ministro Rixi rilasciate nei giorni scorsi e le bozze di testi e slide che circolano, del tutto informalmente, convergono su alcuni punti e consentono almeno di individuare alcuni temi che si intende toccare e di capire il metodo con cui si prevede di procedere”, è questo il primo commento del presidente UNIPORT – Pasquale Legora alle informazioni che stanno circolando in merito all’ormai prossima Riforma dei porti.

Il presidente Legora sottolinea in una sua recente nota: “Rafforzamento della governance a livello centrale, coordinamento delle Autorità di Sistema Portuale e semplificazioni, sono tutti obiettivi che, come associazione di terminalisti ed imprese portuali, condividiamo. Condivisibile è anche l’intendimento di una legge delega che definirà il mandato al Governo per definire in dettaglio le modifiche alla normativa vigente e i tempi entro i quali si dovranno approvare quelle modifiche.

“Certo siamo ancora a livello di indicazioni molto generali – continua Legora – Su alcuni argomenti pur rilevanti (ad esempio il lavoro) non è chiaro come saranno declinati in concreto gli obiettivi di riorganizzazione e razionalizzazione cui si fa cenno e a quale categoria di imprese ci si riferisce; altri temi sembrano volersi affrontare solo per alcuni profili e non complessivamente (ad esempio per il cold ironing riguardo al quale nulla è detto su aspetti di regolazione che, invece, appaiono urgenti). L’ipotesi di costituzione di una società a controllo pubblico deputata agli investimenti poi è ancora poco più di un titolo dal quale tra l’altro emerge un dubbio e una delle principali osservazioni degli operatori terminalisti e delle imprese portuali: si valorizza il ruolo del privato solo come investitore nella rete/infrastruttura? Perché nulla è detto riguardo un maggior coinvolgimento e valorizzazione del ruolo delle imprese che fin qui con i loro investimenti e la loro capacità operativa ed organizzativa hanno garantito crescita, capacità competitiva e occupazione nei porti? Perché tra gli aspetti che si intende semplificare non vi è cenno alle concessioni?”.

(Fonte: “La Gazzetta Marittima”)