Indagine Contship-Srm: gomma ancora vincente nei corridoi logistici dei container

INello studio coinvolte 400 aziende che importano ed esportano con i contenitori, localizzate in Lombardia, Veneto ed Emilia. Genova il porto più utilizzato

Milano – La “gomma” resta vincente rispetto alla ferrovia nel trasporto merci dalle aziende ai porti. E il motivo principale è che si tratta della modalità meno costosa. La conferma arriva dalla nuova indagine “Corridoi ed efficienza logistica dei territori” effettuata da Contship in collaborazione con Srm, che ha coinvolto 400 aziende manifatturiere che importano ed esportano via container, localizzate in Lombardia, Veneto ed Emilia, presentata oggi a Milano, presente fra gli altri Matthieu Gasselin, ceo di Contship (nella foto). Solamente il 12% utilizza un mix strada-ferrovia per i trasporti dalla fabbrica al porto e viceversa, il resto delle aziende utilizza unicamente la strada, che per il 59% ha costi inferiori. Fra le altre motivazioni indicate, ci sono la maggiore flessibilità nei tempi di consegna (21% delle imprese) e affidabilità e sicurezza (20%).
L’indagine sulle imprese manifatturiere dice anche che resta ancora una “roccaforte da abbattere”: l’utilizzo da parte delle aziende della clausola ex works, visto che mediamente nel periodo 2019-2024 il 58% delle imprese l’ha utilizzata nelle operazioni di vendita all’estero, cedendo cioè al compratore la gestione del trasporto della merce dalla fabbrica a destinazione. Il 46% utilizza l’ex works per semplicità logistica, il 22% per mancanza di esperienza nel gestirla e il 19% perché è una scelta dei clienti esteri. “Ma le imprese iniziano a valutare alternative contrattuali” dice ancora la survey, visto che il 67% degli intervistati è disposto a valutare alternative.
In tema di tutela dell’ambiente, il 66% delle imprese pensa che l’intermodalità potrebbe contribuire agli obiettivi di decarbonizzazione fissati dall’Ue, ma solo per il 29% in modo significativo. E il 33% delle imprese dice di essersi posta obiettivi di decarbonizzazione nella logistica: il 31% tramite l’ottimizzazione dei carichi e il 2% con combustibili alternativi.
Un altro tema, fra gli altri, indagato dallo studio è quello della penetrazione dell’intelligenza artificiale. Allo stato attuale, il 19% delle aziende del campione ne sta esplorando l’implementazione (11%) o la sta già implementando (8%). Il 35% pensa che potrebbe migliorare i costi e il 34% la qualità dei prodotti.
Per quanto riguarda i corridoi logistici in import e in export più battuti, la survey indica il porto di Genova come scalo utilizzato dal maggior numero di imprese (il 47%), per l’export, seguito da La Spezia (29%) e Ravenna 28%. Esportazioni via mare che per il 43% delle imprese sono dirette verso mercati europei a partire dal Regno Unito e per il 33% verso i mercati del Nord America (Stati Uniti 25%, Canada 13%). Il 13% va invece nei paesi del vicino o Medio Oriente, in particolare Turchia (8%) ed Emirati Arabi Uniti (4%) e il 12% delle imprese esporta verso i mercati africani, a partire dall’Egitto. Solo l’8% verso il Far-East e il 5% verso l’America Latina.
Per l’import la maggioranza delle imprese ha indicato l’Asia tra i principali mercati di approvvigionamento, in modo particolare il Far East (52%). La Cina il 49%, l’India l’11%, seguiti da Stati Uniti (13%), Canada (6%) e Regno Unito (6%). Il porto utilizzato da più imprese per le importazioni è stato Ravenna (53%), seguito da Genova (29, Venezia (21%) e La Spezia (21%). In media, nel periodo 2019-2024 il 17% delle imprese ha utilizzato un mix strada-ferro per trasportare la merce dal porto all’azienda (in calo rispetto al 20% del periodo 2019-2023).
L’equilibrio strada-ferrovia migliora guardando le imprese logistiche di spedizione. Contship e Srm con un’analisi realizzata a parte ne hanno interpellate cento e il 28% ha dichiarato di adottare un mix intermodale per trasportare la merce dai magazzini dei clienti al porto di esportazione.
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