L’International Maritime Organization accelera la digitalizzazione dei porti e degli spedizionieri
L’International Maritime Organization (IMO) ha adottato una serie di emendamenti alla Facilitation Convention (o Convenzione FAL), la convenzione del 1965 che adotta standard per semplificare la vita degli spedizionieri nella documentazione delle merci, che tra le altre cose renderanno obbligatorio in futuro lo sportello unico doganale per lo scambio di questo tipo di dati nei porti, accelerando così la digitalizzazione del trasporto marittimo. Gli altri emendamenti adottati includono allineamenti alle regole sanitarie e azioni per prevenire la corruzione. Gli emendamenti dovrebbero entrare in vigore il primo gennaio 2024.
Cosa cambia? A meno di proroghe, a partire dal 2024 le autorità pubbliche o private che gestiscono i porti dovranno mantenere o introdurre sistemi informatici che creino uno sportello unico per lo scambio elettronico delle informazioni richieste all’arrivo, alla sosta e alla partenza delle navi nei porti. Dovranno inoltre fare in modo che questo flusso di dati sia trasmesso o fornito una sola volta. Contestualmente, il Comitato ha approvato le relative linee guida sull’autenticazione, l’integrità e la riservatezza degli scambi di informazioni. Tramite il SuDoCo, l’Italia ha adottato lo sportello unico doganale all’inizio di quest’anno.
Sono stati inoltre introdotti cinque nuovi set di dati informatici: sistemi di segnalazione navale; certificati navali e aziendali; registro navale; ispezioni e dati storici delle ispezioni di Port State Control.
Per quanto riguarda gli emendamenti che aggiornano le pratiche sanitarie post-covid, la modifica alla Convenzione FAL invita i governi contraenti e le relative autorità pubbliche a consentire alle navi e ai porti di rimanere pienamente operativi durante un’emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale, al fine di mantenere la completa funzionalità delle catene di approvvigionamento globali. Quando si trovano nel loro territorio, le autorità pubbliche sono tenute a designare i lavoratori portuali e l’equipaggio delle navi come lavoratori chiave (o equivalenti), indipendentemente dalla loro nazionalità o dalla bandiera della loro nave.