Livorno, progetti e urgenze

LIVORNO – Angelo Roma, noto marittimista e oggi rappresentante dell’AdSP nell’interporto Vespucci, ha rilasciato alla Gazzetta Marittima la seguente intervista su temi più attuali dell’ormai prossimo settembre.

Come valuta la situazione del mondo del trasporto marittimo in questo momento?

Ormai è accertato: le grandi compagnie si sono accordate sulla riduzione dell’offerta per garantirsi comunque rilevanti profitti nonostante i volumi più bassi di merce trasportata, e tutto questo a danno dei consumatori.

La catena del trasporto container infatti, in questo momento, è composta dall’aumento vertiginoso dei noli, dalla scarsità dell’offerta di trasporto, dai ritardi e dall’inasprimenti della pandemia che, soprattutto in alcuni porti della Cina, stanno causando blocchi e interruzioni.

A conferma di tutto questo, posso aggiungere che a luglio l’amministrazione americana ha emesso un ordine esecutivo nel quale, a fronte di un mercato del trasporto container sempre più concentrato e dominato da pochi operatori, chiede alla Federal Maritime Commission di indagare su eventuali pratiche scorrette da parte dei carrier rispetto a detention & demurrage.

La realtà del porto di Livorno tra progetti in campo e prospettive.

La realtà del porto di Livorno è che non ci sono più spazi per acquisire nuovi flussi, e non parlo solo di TEUs. Non tutti hanno compreso, infatti, che la Darsena Europa permetterà anche di raggiungere questo scopo: recuperare nuovi spazi a mare per lo sviluppo di traffici – oltre a container, ad esempio, anche ro-ro. Il porto di Livorno si colloca, appunto, ai vertici nazionali per il settore ro-ro, al secondo posto dopo Civitavecchia per il settore passeggeri – e primo, ancora, per il settore merci generali, escludendo le rinfuse liquide.

Abbiamo, poi, il problema della profondità dei fondali, che limita l’accesso alle full containers con un pescaggio massimo di -12 metri e di conseguenza quando arrivano/partono le unità da 9.000 TEUs, non lo sono mai a pieno carico e questo evidentemente pone problemi alle schedulazioni delle navi.

I progetti in campo sono molti, tra cui il microtunnel: il crono-programma prevede che subito dopo l’estate, probabilmente entro le prime due settimane di settembre, potrà essere montata la “talpa” per iniziare a scavare il tunnel orizzontale sotto il canale. Se non si verificheranno altri intoppi il tunnel dovrebbe collegare i due pozzi verticali entro l’anno o al massimo i primi del 2022 e consentire ingressi di pescaggio superiore.

La Darsena Europa: tutti i documenti per il bando di gara che darà il via a detta darsena ci sono, in AdSP sono in attesa del provvedimento per la deperimetrazione da parte del Ministero della Transizione Ecologica e poi saranno pronti a partire per pubblicare la gara, che si prevede avrà scadenza ad ottobre con le proposte dei concorrenti.

Da sottolineare che questo progetto è un appalto integrato e sarà sottoposto a valutazione d’impatto ambientale quindi sarà messo a gara il progetto definitivo, che poi dovrà essere reso esecutivo successivamente all’aggiudicazione.

Mi chiedete anche delle prospettive: se tutto quello che ho appena elencato fosse reso operativo all’inizio del 2027, sarebbe il non plus ultra.

In sostanza, di cosa ha soprattutto bisogno il porto oggi?

Non posso fare altro che ripetere quello che ha ribadito il presidente Guerrieri: fare squadra nel sistema di porti ed istituzioni, con i soggetti del cluster marittimo portuale, logistico e industriale; in modo da produrre più risultati dell’individualità, cercando i punti di sintesi e stemperando i problemi. D’altronde, prima della nomina di Guerrieri, la conflittualità era cresciuta oltre misura.

Come si sta muovendo il nuovo Comitato di Gestione e il suo incarico all’interporto, ormai retroporto?

A mio parere il Comitato di Gestione sta muovendosi bene: e consideriamo che sono già passati sei mesi. Nell’ambito del CdA dell’Interporto rappresento l’Autorità di Sistema Portuale e cerco di mettere a disposizione del consiglio la mia professionalità.

A livello nazionale si inizia a parlare di porti logistici: cosa ne pensa?

Il rapido sviluppo della logistica moderna pone grandi sfide ai porti, creando meccanismi operativi avanzati ed innovazione organizzativa sindacale. Le infrastrutture degli attuali porti saranno integrate per trasformare quest’ultimi in porti logistici, al fine di sfruttare i vantaggi dell’hub, come la distribuzione delle merci e delle informazioni estese nella catena logistica.

A.F