Adottato il Piano Organico Porti
È il documento strategico (con validità triennale ma aggiornato di anno in anno) con cui viene compiuta l’analisi dei fabbisogni lavorativi nello scalo
Sono 1.586 i dipendenti delle imprese presenti nel porto di Livorno, un organico dichiarato che al 31 ottobre scorso era composto di 1384 operativi e 202 amministrativi. I numeri emergono dal report dell’Authority adottato nell’ultimo comitato di gestione. Si tratta del Piano Organico Porti, il documento strategico (con validità triennale ma aggiornato di anno in anno) con cui viene compiuta l’analisi dei fabbisogni lavorativi in porto.
Rispetto al 2019, anno di pubblicazione del primo Piano Organico, lo scalo ha perso per strada 44 amministrativi e 66 operativi, ma ha sostanzialmente mantenuto un buon livello di produttività, avvicinandosi nel 2021 ai livelli pre-pandemici, con oltre 20.400 tonnellate di merce lavorata ad addetto. Tra le altre cose, il report sottolinea la relativa giovane età dei lavoratori (più della metà ha meno di 46 anni) e la prevalenza del lavoro a tempo indeterminato e pieno su quello part time e a tempo determinato.
Interessanti sia i dati sui pensionamenti, che registrano nel corso degli anni un sostanziale cambio generazionale che quelli sulla scarsa qualificazione professionale degli addetti: il 58% svolge mansioni generiche. Con riferimento a Piombino. Il porto presenta al 31 ottobre un organico di 284 addetti, dei quali 255 operativi e 29 amministrativi. Rispetto al 2019 la forza lavoro impiegata nello scalo è aumentata di 45 unità, di cui 31 operativi.
I dati del report confermano però una bassa produttività media dello scalo, che va comunque rapportata alla peculiarità dei traffici movimentati e alla natura delle operazioni portuali svolte. Nel suo complesso, il report sottolinea alcune criticità, specie nel porto di Livorno, come l’eccessivo ricorso agli straordinari da parte delle aziende, e una preoccupante disomogeneità degli avviamenti al lavoro.
“Il lavoro realizzato dal nostro Ufficio del Lavoro Portuale con la collaborazione di ISFORT è stato dettagliato e scrupoloso – ha dichiarato il presidente dell’AdSP Luciano Guerrieri –. Il report fotografa una situazione che presenta alcuni aspetti positivi ma anche alcune criticità. La materia del lavoro portuale rappresenta senza dubbio un aspetto strategico che incide sostanzialmente sia sulla competitività dei porti che sul loro equilibrio. Cominceremo ad affrontare le situazioni di crisi con l’obiettivo di rendere ancora più efficace ed efficiente l’azione amministrativa”.
Guerrieri e il segretario generale dell’ente, Matteo Paroli, hanno sottolineato come il POP tracci, coraggiosamente, una linea da seguire sia con riferimento alla risoluzione delle situazioni di crisi che alla definizione di strategie di lungo respiro. Le priorità per l’immediato sono due: puntare a un riequilibrio della forza lavoro in porto (tra art.17, art.16 e 18) e avviare una riflessione circa le competenze e le specializzazioni professionali degli addetti delle imprese autorizzate ex art. 18 e art. 16 per valutare la coerenza tra le caratteristiche della dotazione organica.
“Il Piano Organico Porti è il nostro faro e ci indica la rotta da seguire. Manterremo alta l’attenzione sulla qualità e l’efficienza del lavoro – ha affermato Paroli –. La nostra priorità, per l’immediato, sarà quella di verificare la tenuta di ALP, nell’ambito della quale è stata osservata l’esiguità della forza lavoro rispetto a quella complessivamente impiegata in porto. Infatti, prendendo in riferimento la media dei porti nazionali tale quota si attesta infatti attorno al 17%, mentre nei porti dell’AdSP MTS scende al 4%”.
Fonte : Informazioni Marittime