Dragaggi Livorno: dieci mesi per ripensarci!

LIVORNO – Commentare oggi una vicenda che ha dell’incredibile sarebbe come sparare sulla Crocerossa: o peggio ancora. Il fatto: dopo oltre dieci mesi dallo stop imposto dalla Regione Toscana ai dragaggi del porto, su elucubrazione dell’ufficio regionale sulle normative, e dopo una furibonda e alla fine rassegnata serie di vertici con il coinvolgimento di tutte le istituzioni e le rappresentanze operative – l’intervista qui a fianco del capopilota del porto lo evidenzia – la Regione ha finalmente fatto marcia indietro: si può dragare.

Dieci mesi perduti, che sono un’eternità per i tempi con i quali evolve la logistica. Il tutto, secondo la stessa AdSP, per una interpretazione al di fuori di ogni logica operativa e di ogni riconosciuta esigenza di fare presto e bene. Al momento in cui andiamo in stampa l’autorizzazione che annulla lo stop non è ancora arrivata: è stata solo preannunciata ufficiosamente. Altro tempo perso per chi non ha tempo. Da parte sua l’AdSP non commenta: conferma solo di aver già elaborato da un anno il bando di gara per assegnare i dragaggi, più che urgenti specie in Darsena Toscana e nel canale di accesso. Un privato forse avrebbe già mandato in tribunale gli uffici regionali per capire se c’è stato solo eccesso di fantasia, eccesso di garantismo o semplicemente la paura che in tutti gli enti pubblici serpeggia quando si tratta di firmare un atto importante.

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Tiremm’innanz, come disse quell’eroe del Risorgimento portato al patibolo. Di tempi che si allungano il comandante dei piloti Marino Biancotti ne ha citati anche altri. Come gli eterni lavori di attivazione del microtunnel al Marzocco, quelli dello sblocco a mare del canale dei Navicelli – con la foce armata che la Regione ha realizzato anni fa per poi abbandonare il tutto – con relativa diatriba più che annosa sul ponte del Calambrone. Sul bacino di carenaggio che continua ad essere una darsena (da anni utilizzata solo per una nave sequestrata – è già stato scritto altre volte. E così del “Marina” nel Mediceo, del trasferimento del TCO, della vicenda Porto 2000. Colpe? La burocrazia, l’incrocio di competenze, l’incertezza su queste ultime, le leggi che si elidono… Non sta a noi attribuirle, possiamo solo registrare. Ma che amarezza, in un porto che potrebbe essere tra i più efficienti d’Italia…

La Gazzetta Marittima – Antonio Fulvi