I cento milioni della Regione per l’Aurelia
Una buona piccola notizia – nel quadro generale delle infrastrutture stradali nazionali – viene dalla Regione Toscana, il cui presidente Eugenio Giani ha annunciato lo stanziamento di 100 milioni di euro per avviare il troppe volte rinviato adeguamento della superstrada (?) Aurelia tra Cecina e Grosseto: una vera e propria trappola, con alcuni tratti limitati a 50 e 60 km/h, disseminati di Autovelox che mietono ogni anno centinaia di milioni dalle tasche dei poveri automobilisti e camionisti. I tratti peggiori, i due lotti a Sud di Grosseto, saranno i primi ad essere allargati e velocizzati. Si è anche chiesto di abolire l’assurdo pedaggio dell’unico tratto – pochi chilometri – a Nord di Cecina, che era stato trasformato in autostrada ma è rimasto senza capo né coda.
I 100 milioni stanziati dalla Regione Toscana – è stato detto alla presentazione del finanziamento fatta dallo stesso Giani – sono solo un terzo della cifra necessaria per un vero adeguamento a superstrada dell’intero tratto dell’Aurelia rimasto praticamente quello dei tempi di Roma imperiale, salvo alcune deviazioni secondarie. Ma almeno qualcosa si muove, dopo quasi mezzo secolo di polemiche, di scontri con i verdi e i NIMBY (tra le opposizioni anche Capalbio, che ha sempre osteggiato la velocizzazione del tracciato), di progetti per farne una vera autostrada e tante marce indietro. Adesso si parla di superstrada aperta, e va anche bene, purché si faccia presto. Da non dimenticare la nemesi che colpì l’ex ministro dei lavori pubblici Altero Matteoli, livornese caparbio che già da consigliere comunale a Livorno aveva fatto una personale battaglia per l’adeguamento dell’ importante ma pericoloso tracciato: morì in un incidente stradale proprio su quel tracciato subito a Nord di Grosseto, tornando a casa dopo una giornata di duro lavoro a Roma. Una delle tante, troppe vittime, di un vero scandalo tra i tanti sulle infrastrutture nazionali che, come il parco autocarri di cui si parla in prima pagina di questo stesso numero, è tra i più obsoleti d’Europa.
(Fonte:A. F. “La Gazzetta Marittima”)