Navicelli, Gas and Heat esce
PISA – È diventato nei decenni uno dei più apprezzati centri di progettazione e costruzione di grandi serbatoi criogenici d’Europa, con ordini dagli armatori specializzati e con il completamento del centro di Oristano, vero e proprio hub del GNL per la Sardegna. Ma nell’area sul canale dei Navicelli, dove la Gas and Heat è nata e cresciuta, ormai ci sta stretta. Da qui due decisioni della famiglia Evangelisti, tutti ingegneri specializzati ed appassionati: o ottenere dal Comune e dal parco naturale confinante, un allargamento delle proprie aree, o andarsene. Magari a Piombino, dove gli spazi non mancano e intanto è stata presentata formale richiesta all’AdSP del Nord Tirreno.
A Piombino l’azienda è già presente con l’ordine di una grande bettolina ultramoderna, che è in costruzione nel cantiere di PIM, Piombino Industrie Marittime. Un ordine, secondo le voci, che potrebbe essere anche raddoppiato una volta che la nave sarà consegnata. Ma già oggi, in vista degli ordini di serbatoi ricevuti – si avvicina l’epoca dell’idrogeno, e la Gas and Heat ha tutta la tecnologia per i necessari serbatoi – occorre crearsi le condizioni per lavorare fuori dal “budello” del canale dei Navicelli.
Il problema del canale è che i fondali cominciano a creare problemi anche alle chiatte con cui l’azienda trasporta a Livorno i grandi serbatoi da imbarcare. Da anni inoltre la palancola delle sponde va a rilento, per i entomologhi problemi creati dalla burocrazia sia all’Authority del Canale, sia alle aziende che ci sono istallate. Il problema del problema è costituito dal sistema dei ponti mobili che di fatto limita pesantemente lo sbocco in Darsena Toscana, unico accesso al porti di Livorno e attraverso la darsena al mare. Come spesso succede, sono decenni che si parla di aprire in chiave di navigabilità l’accesso diretto al mare al Calambrone, ma le prime opere realizzate con i fondi regionali – i due frangiflutti – sono rimaste di fatto inutili perché il ponte stradale fisso verso Tirrenia è una barriera insormontabili anche per le barchette. E la soluzione sulla quale si sta faticosamente avviando la commissione della Regione Toscana sembra una non soluzione: nel senso di aprire un settore mobile nel ponte attuale – con problemi di orari specie d’estate, costi di manutenzione e limiti di larghezza – mentre era stata proposta, con l’ipotesi “ponte Bonistalli” la demolizione completa del vecchio ponte per Tirrenia e la sua sostituzione con un viadotto vicino a quello dell’autostrada. Si cincischia ormai da anni.
(A.F.)