Il Ministro Salvini nel question time sull’autoproduzione delle operazioni portuali

“La giurisprudenza richiamata non afferma alcun diritto delle imprese di navigazione all’autoproduzione con personale di bordo, confermando che deve essere utilizzato personale di terra nei limiti previsti dalle autorizzazioni rilasciate ai sensi della legge del 1994. Noi, come Ministero, siamo pertanto di fronte a un quadro evidente e non c’è nessuna liberalizzazione delle attività portuali per le operazioni di rizzaggio e derizzaggio, né d’altronde tale prospettiva potrebbe essere ritenuta oggi possibile, tenuto conto dei vincoli normativi che ho richiamato”.

A chiarirlo in Parlamento è stato il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, interrogato al question time dal deputato Pd, Luca Pastorino, sull’interpretazione data da Grandi Navi Veloci delle sentenze del Consiglio di Stato in merito a un’autorizzazione all’autoproduzione negata dall’Autorità di sistema portuale di Genova. Interpretazione che aveva appunto aperto un dibattito imperniato intorno ai dubbi sintetizzati in aula da Pastorino.

Dubbi ora fugati da Salvini: “La disciplina di settore, contenuta nella legge quadro del 1994, è stata modificata nel 2020 per fronteggiare le emergenze derivanti dal Covid. In particolare si era previsto che l’autoproduzione fosse ammessa solo qualora non fosse possibile soddisfare la domanda di svolgimento di operazioni portuali mediante le imprese autorizzate ovvero tramite la fornitura di lavoro portuale temporaneo: trattasi dei lavoratori e delle lavoratrici – ha sottolineato Salvini – la cui tutela sta a cuore a lei come a me. Sono inoltre precisati tutti i requisiti che la nave richiedente deve avere affinché possa essere autorizzata allo svolgimento in autoproduzione dei servizi portuali. Le recenti sentenze sottolineano i vincoli normativi per lo svolgimento in autoproduzione di operazioni di rizzaggio e derizzaggio da parte del vettore marittimo, ribadendo che lo stesso è tenuto a evidenziare il personale aggiuntivo rispetto a quello indicato nella tabella di armamento della nave e che lo stesso deve essere dedicato esclusivamente allo svolgimento delle operazioni portuali. Inoltre, il contratto collettivo nazionale di settore può stabilire una riserva a favore del personale di terra nello svolgimento delle operazioni di cui sopra”.

Sciolti i dubbi giurisprudenziali, Salvini ha quindi concluso ribadendo che “il ministro e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in collaborazione con le Autorità di Sistema Portuale – ovviamente – continueranno a monitorare la corretta applicazione della disciplina sulle operazioni portuali, perché da queste regole dipende lo sforzo comune a tutelare le prospettive occupazionali del lavoro portuale, nonché la qualità e la sicurezza dei relativi servizi”.