bacino Mediterraneo torna operativo
Dopo sei mesi di lavori al costo di 1,2 milioni di euro, è stato ripristinato il sistema di ancoraggio. La struttura è lunga 180 metri e larga 40
Si sono conclusi con successo i lavori di ripristino dei supporti di ancoraggio a terra del bacino galleggiante “Mediterraneo” del porto di Livorno. L’infrastruttura è stata ancorata alla banchina 76 dopo che le verifiche condotte dai tecnici dell’autorità portuale avevano fatto emergere alcune criticità proprio sul sistema di ancoraggio a terra, in particolare sui tiranti istallati più di vent’anni fa. I lavori sono durati circa sei mesi e hanno avuto un costo di 1,2 milioni di euro.
Il bacino galleggiante è costituito da una struttura in acciaio galleggiante della larghezza di 40 metri e di una lunghezza di oltre 180. Presenta sulla fiancata due guide metalliche, all’interno di ciascuna delle quali scorre un martello di acciaio che garantisce l’ancoraggio del bacino alla banchina, permettendone però l’affondamento e la riemersione. I tiranti di ancoraggio, che collegano i martelli ai cassoni di banchina, avevano infatti perso di efficacia a causa delle onde del mare.
«Con questi lavori – commenta il direttore tecnico dell’Autorità di sistema portuale del Tirreno Settentrionale, Enrico Pribaz – siamo andati a smontare i vecchi martelli e a ricostruirne la struttura in calcestruzzo di banchina, creando un diverso meccanismo di ancoraggio capace di assorbire le azioni cicliche causate dal moto ondoso, senza subire un degrado delle prestazioni nel tempo. Per far ciò abbiamo dovuto mettere fuori servizio il bacino, liberarlo dalle guide e appoggiarlo in sicurezza sul fondale marino, così da sfruttare l’attrito tra la carena piatta del bacino ed il fondo del mare per tenerlo ormeggiato. Ora il bacino è nuovamente operativo e saldamente ancorato alla struttura di banchina».