Nel 2021 il traffico dei porti italiani cresce dell’8 per cento

Assoporti pubblica i dati. 8,5 milioni di tonnellate in meno sul 2019. Giampieri: “La guerra ridisegna i flussi di traffico”. C’è una nuova merce: le armi

Il traffico 2021 dei porti italiani vede crescere le rinfuse, anche se non ritornano ai livelli pre-pandemia, così come il traffico generale, che comunque è in recupero sul 2020, in un contesto inevitabilmente destinato a essere ridisegnato in seguito alla guerra in Ucraina.

Assoporti ha pubblicato i dati statistici dell’anno passato, in cui si rileva un movimento complessivo di merci in aumento dell’8,4 per cento, pari a 481,5 milioni di tonnellate, un volume ancora inferiore al 2019 (481,5 milioni di tonnellate del 2021 contro le 490 milioni di tonnellate del 2019). Per quanto riguarda i container, il 2021 ha registrato una crescita del 5,7 per cento rispetto al 2020: qui i livelli del 2019 sono stati superati.

Il traffico 2021 dei porti italiani nel dettaglio

Le rinfuse liquide crescono del 4,4 per cento, quelle rinfuse solide del 15,2 per cento, le merci varie del 9,7 per cento, «anche se alcuni settori non hanno ancora recuperato i livelli di traffico pre-crisi, visto che le rinfuse liquide sono in calo 10 per cento e le rinfuse solide del 5 per cento», spiega il presidente di Assoporti, Rodolfo Giampieri.

Il settore dei passeggeri nel 2021 ha registrato una crescita in tutte le sue componenti rispetto al 2020 (locali +23,7%; traghetti +39,8% e crociere +296%). Naturalmente, l’alta percentuale incrementale del traffico crociere è dovuta al quasi azzeramento dello stesso nel 2020 a causa della pandemia. Nel complesso il traffico passeggeri, se visto in confronto al 2019, segna una flessione, che testimonia come questo segmento subisca ancora gli effetti della pandemia.

Assoporti sottolinea che l’imprevedibilità del conflitto tra Russia e Ucraina creerà ulteriori cambiamenti nei flussi delle merci e dei passeggeri. In riferimento alle merci, si stima che quelle trasportate per via marittima da e per la Russia (Mar Nero) e l’Ucraina siano circa 38 milioni di tonnellate.

«I porti – continua Giampieri – hanno dato e stanno dando grande prova di resilienza dovuta anche ad una forte capacità organizzativa. Stiamo lavorando con tutti i presidenti delle autorità portuali e a stretto contatto con il ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, per rafforzare sempre di più il ruolo della portualità. È indiscutibile che il Mediterraneo è tornato ad avere un ruolo centrale e strategico per i traffici mondiali, grazie a forti segnali di regionalizzazione della produzione. Adesso diventa difficile tracciare prossimi scenari con certezza, in una situazione fluida causata da un conflitto armato. Purtroppo, nuovi elementi entrano nella competitività, le armi, che sono dirompenti e arrivano improvvisamente nello scenario di tutti i giorni. Pensare che la guerra nel 2022 sia la soluzione ai problemi tra Nazioni è da condannare in maniera assoluta sempre e comunque. Le conseguenze per il nostro comparto, oltre all’imprevedibilità della situazione, impattano anche sull’approvvigionamento energetico e sul rincaro generale dei costi dei trasporti. L’auspicio è che si giunga presto ad una tregua, base fondamentale per provare a ritrovare un equilibrio».

Fonte : Informazioni marittime