L’antica piazza del Pamiglione, tra il palazzo dei portuali e la Fortezza Vecchia, è diventata piazza Italo Piccini
La targa sul palazzo della Compagnia Portuale, dove Piccini ha trascorso gran parte della sua vita, è stata scoperta nel corso di una cerimonia che ha visto gli interventi del sindaco Luca Salvetti, del figlio di Piccini Roberto, e di Enzo Raugei, presidente del Gruppo Compagnia Portuale di Livorno, oltre che la presenza delle autorità civili e militari e di numerosissimi familiari e amici.
Nella foto (da sx): Luca Salvetti, Enzo Raugei e Roberto Piccini.
Italo Piccini, portuale verace diventato anche imprenditore, è stato alla guida della Compagnia Lavoratori Portuali di Livorno per più di un quarto di secolo (dal 1963 al 1989).
Nel giugno 1989, dopo il commissariamento da parte del ministro Prandini, si costituisce la Cooperativa Impresa Lavoratori Portuali CILP di cui Italo sarà amministratore delegato fino al 2010, anno della morte.
Come motivato nella delibera di Giunta Comunale con la quale, nella seduta dell’8 marzo scorso, fu decisa l’intitolazione al console dei Portuali dell’area prospiciente il Palazzo del Portuale, Piccini ha rappresentato per lungo tempo la causa dei diritti dei lavoratori – dice la nota del Comune di Livorno – e l’impegno per un porto moderno e competitivo.
Impegnato anche in politica, è stato consigliere comunale nelle file del Pci dal 1964 al 1980 ma ha sempre mantenuto una chiara ed orgogliosa autonomia di pensiero e di azione.
Nel suo intervento alla cerimonia di battesimo della piazza il sindaco di Livorno Luca Salvetti ha rilevato quanto sia importante ricordare i personaggi che hanno fatto la storia recente di Livorno, chi ha contribuito a farla sviluppare e crescere. “Ho accolto quindi con entusiasmo alcuni anni fa l’idea di amici di Piccini di intitolargli la piazza del Pamiglione (già Darsena Vecchia), dove sorge il Palazzo dei Portuali, punto di riferimento per il lavoro ma anche per il sociale e la cultura della nostra città. Qui dentro c’era e c’è un mondo”.
“Piccini – ha detto ancora il sindaco – è stato un protagonista assoluto, attento ai mutamenti del porto Livorno. È una figura storica e punto di riferimento per lavoratori portuali e per l’intera città. Ricordo due momenti che mi hanno impressionato quando ero un giovane cronista: il suo atteggiamento e la sua forza nella crisi legata ai decreti Prandini, e negli anni 2000, la lucidità e puntualità, la visione lunga con cui seppe leggere i mutamenti in atto nel mondo commerciale e marittimo mondiale e nel quadro mediterraneo in cui si collocava lo scalo marittimo livornese”.
Enzo Raugei ha sottolineato che la data dell’intitolazione non è casuale: “Il 4 giugno 1989 partiva formalmente l’attività della CILP, Compagnia impresa. Fu una sorta di riabilitazione, di rivincita, il ritorno sulla scena di un cittadino illustre che ha lasciato una traccia indelebile nella storia della nostra città, “dopo il maldestro tentativo dell’allora ministro Prandini di farlo da parte” attraverso il commissariamento della Compagnia. Fu un riconoscimento al suo valore e alla sua azione.
Italo non fu solo un uomo del porto, fu prima di tutto un uomo ricco di umanità, tenace, pulito, spinto da un senso morale netto e schietto e dalla forza delle sue idee che andavano ben oltre la dimensione del porto, delle sue banchine e determinarono spesso indirizzi di carattere nazionale”.
Roberto Piccini ha ringraziato tutti per l’affetto dimostrato, evidenziando che “non poteva essere scelto luogo migliore per intitolargli una strada, vicina alla sezione nautica del Venezia, il suo rione, ma vicina anche a largo Tito Neri e a piazza Gaetano D’Alesio, spaccati di una storia di Livorno, del suo porto, della sua crescita provenienti da momenti più duri ma che ci hanno consegnato un testimone”.
“Voglio ricordare un suo aspetto caratteriale a molti sconosciuto: Italo era un uomo fra gli uomini, era un portuale fra i portuali, aveva capacità di ascolto e capacità di non giudicare. Aveva un desiderio: elevare la condizione sociale dei lavoratori portuali rendendoli non semplici prestatori di mano d’opera ma anche gestori e protagonisti di un processo di autodeterminazione e di crescita imprenditoriale che ha segnato la storia della compagnia portuale”.
A conclusione della cerimonia è intervenuto anche il cavaliere del Lavoro Piero Neri, ricordando di quando Piccini, nel dopoguerra, si chiudeva per ore nell’ufficio di suo nonno insieme all’allora console Vasco Iacoponi, di cui Piccini era vice, per parlare della ricostruzione nel porto di Livorno, incontri ai quali seguivano frequenti viaggi a Roma.