L’elettrificazione delle navi
ROMA – Cinque anni dopo la pubblicazione “Elettrificazione del Sistema dei Trasporti” (studio pubblicato dall’Unione Europea nel 2017) i risultati e i numeri principali rimangono sempre validi: un forte richiamo all’elettrificazione, malgrado il mondo dell’energia elettrica sia oggi in forte crisi.
Ecco i sei fatti rilevati sull’industria marittima, alcuni dei quali supportati da numeri:
motori diesel delle navi sono tuttora funzionanti perché fino al 55% di questi, hanno il recupero del calore di scarto. Ma, ovviamente, questo non basta, producono troppe emissioni di gas serra ed è necessaria la decarbonizzazione.
L’elettrificazione delle messe in moto è un modo fondamentale per ridurre le emissioni. Oggi, circa 4000 navi (il 5% della flotta globale) sono azionate con sistemi elettrici nella propulsione diesel-elettrica 100MW. Le dimensioni, la velocità e la portata delle navi variano notevolmente, così come i carichi trasportati. Alcune navi trascorrono settimane in mare e solo pochi giorni in porto, mentre altre navi sono per così dire “navi portuali”.
Alcune considerazioni sulle dimensioni delle navi e sulle emissioni di gas serra. Una nave container feeder (con bassa capacità, fino a 500 TEU) produce emissioni tre volte superiori, rispetto ad una nave portacontainer con una capacità di 4400 TEU.
rumore delle navi è meno preoccupante rispetto ai veicoli stradali e ai treni. I livelli di rumore all’interno dei porti sono dominati dalle attività portuali, e meno dai motori delle navi. Di conseguenza, l’elettrificazione per ridurre l’inquinamento acustico delle navi non è un obiettivo primario.
Poiché il 40% della popolazione dell’UE vive all’interno di una regione costiera, esiste un grande potenziale per decarbonizzare e decongestionare il trasporto merci su strada, trasferendolo o allo short-sea o alle vie navigabili interne.
Fonte: La Gazzetta Marittima