Darsena Europa, ecco tutti gli “step” dei prossimi lavori

LIVORNO – Malgrado il Covid abbia capito duro anche tra le fila dei dirigenti AdSP, sul porto labronico si sta entrando nella fase preliminare dei lavori appaltati per la Darsena Europa, ma non solo.

Ieri c’è stato un primo incontro tra i tecnici di Palazzo Rosciano e la ditta incaricata degli ultimi “carotaggi” relativi alle parti da dragare in mare davanti alle opere già realizzate, ovvero le vasche di colmata. I carotaggi si svilupperanno per due settimane circa. Come noto la gara ha riguardato le opere foranee e i dragaggi, ma per poter mettere mano concretamente dovrà essere prima completata la VIA: e conoscendo i termini e i tempi della burocrazia ambientale, difficile pensare che la VIA stessa possa essere ottenuta prima della prossima estate.

Nel frattempo però ci sono due opere che possono partire anche senza VIA: la bonifica bellica delle aree da dragare e specialmente i consolidamento della prima vasca di colmata.

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Se si riesce a leggere la mappa che riportiamo qui sopra, e che fa parte della cartella fornita dall’AdSP quando è stata assegnata la gara delle suddette opere, si vede molto chiaramente che le aree da dragare sono enormi, per circa 15 milioni di metri cubi di materiale: e che quindi la bonifica bellica dovrà riguardarle tutte, per non rischiare. È noto che il porto di Livorno è stato pesantemente bombardato alla fine della seconda guerra mondiale e già altre volte sono stati trovati, durante scavi o piccoli interventi, numerosi ordigni inesplosi: tanto più pericolosi in quanto vecchi e deteriorati. Secondo le indiscrezioni filtrate dal settore, la bonifica bellica sarà il primo intervento, a partire dal prossimo marzo: e per quanto effettuata concerni strumenti di rilevazione a induzione elettrica, richiederà almeno un paio di mesi. Poi gli eventuali ordigni individuati dovranno essere rimossi ed eliminati, spostando in poligoni adatti o più probabilmente fatti esplodere in alto mare.

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A luglio, se non nasceranno altre complicazioni, dovrebbero cominciare i lavori di consolidamento della prima vasca di colmata, oggi ancora parzialmente di scarsa consistenza anche per le piogge invernali. Il consolidamento avverrà con il posizionamento di “treni” di fettucce rocciose e con progressive precarie. Sarà utilizzato, da quanto si può apprendere, materiale di cava appositamente selezionato. La precaria sarà progressiva, per arrivare a creare un substrato in grado di essere poi pavimentato con la capacità di sostenere sia il peso delle gru, sia le stive di contenitori pieni e gli eventuali binari ferroviari.

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In parallelo ci saranno altri lavori importanti in una, come abbiamo anche riferito nel nostro ultimo quaderno monografia, destinato al “microtunnel” del Marzocco. Completato lo scavo, ripulito il microtunnel e i due pozzi di entrate e uscita, l’impianto sarà aperto entro poche settimane all’ENI: quasi certamente a gennaio potrebbero cominciare gli interventi preparati per la posa dei tubi e dei cavi della raffineria. Son previsti 9 mesi di lavori per piazzare i nuovi tubi e altri 3 mesi per togliere quelli vecchi ancora oggi appoggiati sul fondo del canale di accesso al porto industriale e quindi limitativi dei fondali.

Per sistemare definitivamente il canale stesso – ovvero la ex strettoia del Marzocco – sono previsti altri due interventi: la resezione della banchina dalla parte dell’omonima torre e la sistemazione del fronte banchina con il progetto per portare la torre nelle condizioni di nascita, ovvero con l’acqua intorno. Il progetto per l’intervento alla torre verrà messo in gara probabilmente a primavera, a marzo o aprile.

Il porto potrà avere finalmente canale di accesso libero, profondo almeno a 13,50 metri e largo 120 metri, entro la fine del 2023. C’è ancora da aver pazienza, ma il Porto vecchio sta davvero avviandosi ad essere un porto nuovo.

A.F.- La Gazzetta Marittima