Muovasi la Capraia e la Gorgona…
LIVORNO – La buona notizia è che sta per partire l’operazione di sminamento delle aree che interesseranno la futura Darsena Europa, propedeutica ai lavori di dragaggio e di avvio di costruzione delle opere foranee andate a gara alla fine dell’anno scorso. Si aspetta, entro maggio, la seconda gara, quella di progettazione, costruzione e gestione della darsena stessa. L’AdSP ne sta definendo i dettagli.
La cattiva notizia – comunque difficile da digerire dopo anni ed anni che si lavora per il porto del futuro – è che ancora una volta parte la mobilitazione dei NIMBY (not in my backyard) con la chiamata alle armi di alcune associazioni che si dicono ambientaliste di Pisa. Solo guerra di campanili? Solo eterna contrapposizione tra livornesi e pisani, che faceva scrivere dai turisti labronici “Pisa merda” anche sui cartelli del polo Nord (testimonianze de “Il vernacoliere”)?
Il titolo (scherzoso, ma nemmeno troppo, di questo servizio, ripreso pari pari da Dante Alighieri dall’Inferno, canto XXXIII, per chiudere l’Arno con le due isole e affogare i pisani) ritornerebbe in questo caso attuale al massimo…
Anche ammettendo la buona fede di chi teme cataclismi sulla costa pisana dalle strutture della futura Darsena, bisognerebbe far capire che la temuta erosione delle spiagge è in realtà un fenomeno in atto da decenni e fa parte del ciclo secolare dell’innalzamento del mare: un ciclo che riguarda tutto (e non solo) il Mediterraneo. Che poi la Darsena Europa possa provocare sconquassi l’hanno smentito fior di studi degli organismi preposti: la leggera corrente marina Sud-Nord che corre lungo la costa (da 1,5 a 3 nodi al massimo) è già condizionata dalle dighe attuali e non avrebbe ulteriori interferenze.
Per di più le sabbie pulite dei prossimi dragaggi sono già state programmate per i ripascimenti dal Calambrone a Tirrenia.
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Se dobbiamo davvero parlare di difesa dell’ambiente costiero, non sarà male guardare con più attenzione la foto di copertina, quella sulla quale abbiamo inserito il titolo “dantesco”. Vi sia vede, con chiara evidenza, lo scarico di fanghi che lo scolmatore dell’Arno riversa in mare: e che la stessa blanda corrente costiera (ripetiamo: da Sud verso Nord quella prevalente) butta proprio verso le spiagge di Tirrenia.
Nella foto appare evidenziata anche la componente di fanghi che arriva in Darsena Toscana, attraverso la famigerata sfociatoia che condiziona pesantemente i fondali della stessa Darsena. Sono anni ed anni che si chiede, nell’interesse del porto e dell’economia del territorio, di tombare questa sfociatoia, consentendo collegamenti stradali e ferroviari diretti con la darsena esistere e quella futura, e aprendo la foce a mare per dare finalmente libero accesso di navette e yachts alla Darsena Pisana. Risultati? Ad oggi zero, salvo tante chiacchiere. Anzi, un risultato c’è stato, ma parziale: le due dighe fuori dalla foce, realizzate dalla Regione Toscana quando ancora c’era alla presidenza Enrico Rossi (un caratteraccio, ma con le palle e le idee chiare) propedeutiche dal dragaggio e allo sbocco in mare dello Scolmatore. Tutto poi si è fermato lì, perchè si sta cincischiando da anni sul ponte stradale del Calabrone, reale ostacolo alla navigazione della foce.
Vogliono trasformarlo in ponte levatoio per far passare le barche?
Rimedio peggiore del male. C’era stata una proposta intelligente, del “ponte Bonistalli” più a monte? Qualche ironia, qualche accenno ai costi, e buio pesto sul concreto.
Ci hanno detto di recente che l’AdSP ha commissionato uno studio completo della viabilità anche dell’area: buona idea in teoria, ma che cozza già con le competenze di Regione Toscana, Comune di Livorno e Autorità dei Navicelli. Per metterli d’accordo, visti i precedenti, ci vorranno le fatiche di Sisifo. E si rischia davvero di avere la Darsena Europa (malgrado i pisani) senza la indispensabile viabilità d’accesso. Un po’ come le grandi banchine di Piombino strozzate dal budello storico della “bretella” con l’Aurelia. Allegria!
A.F.