Fedespedi, rapporto Italia

ROMA – Il Centro Studi della Federazione nazionale degli spedizionieri ha pubblicato in questi giorni il 19° quadrimestrale di informazione economica “Fedespedi Economic Outlook”, con dati e previsioni sul contesto macroeconomico (Pil, commercio internazionale, etc.) oltre agli ultimi dati sull’import-export italiano, le tendenze nello shipping internazionale, e il traffico aereo cargo. Lo studio è disponibile integralmente sul sito di Fedespedi nella sezione Centro Studi.

Per quanto riguarda l’Italia il report, rifacendosi anche alla guerra in Ucraina, evidenzia che il 2021 è stato per il commercio estero italiano l’anno della ripresa, dopo la flessione del 2020 dovuta alla pandemia: le esportazioni hanno registrato un aumento del 21,0%, e le importazioni sono cresciute del 30,2%. Sulla ripresa pesa, tuttavia, l’aumento dell’inflazione: nel mese di febbraio i prezzi al consumo (NIC) sono aumentati rispetto al mese di gennaio del +0,9% e rispetto a febbraio 2021 del +5,7%. L’aumento è imputabile ai beni energetici, sia di quelli regolamentati (energia elettrica e gas) cresciuti in un anno (febbraio su febbraio) del 94,6%, sia di quelli non regolamentati (carburanti) aumentati nello stesso periodo del 31,3%.

Per quanto riguarda i traffici, quello dei container (al netto delle attività di trasbordo e feeder) nel 2021, è stimato in 179,1 milioni di TEU, con aumento del +6,6% rispetto al 2020. I flussi in export sono tornati a crescere, dopo la crisi del 2020, in tutte le grandi aree geografiche, tranne il Nord America, che ha visto invece aumentare in modo deciso il numero dei container in entrata (+16,9%). Continua a caratterizzare in negativo il settore dello shipping il mancato rispetto dei tempi di arrivo delle navi nei vari porti: secondo i dati di Sea Intelligence, nel 2021 meno 40% delle navi è arrivato nei tempi schedulati (con punte negative del 32,2% e 31,7% nei mesi di novembre e dicembre 2021).

– Dopo la flessione del 2020, i porti italiani sono tornati a crescere, superando per la prima volta, nel 2021, la soglia degli 11 milioni di TEU movimentati. Significativo il recupero di La Spezia (+17,2%), di Genova (+8,7%) e Savona (+52,8%). I porti liguri beneficiano verosimilmente del buon andamento dell’economia del Nord Italia, in particolare della Lombardia, della quale sono i porti di riferimento. L’incremento ha riguardato tutti i porti, tranne quelli di Civitavecchia (-6,0%), Venezia (-2,9%), Trieste (-2,4%), Bari (-1,4%) e Gioia Tauro (-1,5%).

L’andamento dei costi del trasporto marittimo conferma il trend di rialzo: fatta 100 la media dei noli di gennaio 2020 a febbraio 2022 l’indice ha toccato quota 501 sulla tratta Cina-Nord Europa e 456 su quella Cina-Mediterraneo, mentre l’indice generale ha toccato quota 373. L’ascesa dei noli, a partire da marzo 2022, sembra aver subito un rallentamento: l’indice CCFI (China Containerized Freight Index) ad inizio aprile, sulla tratta Cina-Mediterraneo è sceso infatti a 426 punti e su quella Cina-Nord Europa a 454, rispettivamente il 6,6% e il 9,4% in meno rispetto ai valori massimi.

In quanto al cargo aereo sulla base dell’ultimo report di Iata (Air cargo market analysis, gennaio 2022), il traffico cargo espresso in ton-km (CTK cargo tonne-kilometres) a gennaio 2022 è aumentato del 2,7% rispetto allo stesso mese del 2021 e del 5,1% rispetto a gennaio 2019. Alcuni fattori potrebbero però influire negativamente sul trend di ripresa: il costo del carburante aereo (+141,5% in un anno e gli effetti sul traffico aereo delle sanzioni imposte alla Russia.

– Anche per gli aeroporti italiani il 2021 è stato l’anno della ripresa del traffico aereo, dopo la grande crisi del 2020. L’aumento, del +29,3%, non ha permesso però di tornare sui livelli del 2019. Fa eccezione Milano MXP, il principale aeroporto cargo italiano, che ha realizzato una crescita del 44,6% sul 2020 e del 33,8% sul 2019, collocandosi così all’8° posto tra gli aeroporti cargo europei per volume di movimentato.