Così nasce il network Vitelli sui “marina”

LIVORNO – Con la delibera di fine dicembre, il Comune uscirà dunque dalla Spa della “Porta a Mare”, mettendo sul mercato la suo quota. Non illudiamoci che sia un gran guadagno economico: si tratta dello 0,96%, che sembra valga poco più o poco meno di 50 mila euro. Il significato è un altro: l’ente locale ritiene di aver assolto il compito di controllo dello sviluppo della parte urbanistica e nautica assegnata dagli accordi con il gruppo Azimut/Benetti alla costituzione della società. La quale a questo punto torna ad essere totalmente privatistica.

Il “quasi” subentro della società del porto turistico di Varazze, che sta seguendo l’uscita del Comune, consentirà alla holding della famiglia Vitelli di aprire un importante network di porti turistici tra Varazze, il Mediceo di Livorno e il marina di Malta: con sinergie significative non solo per il circuito degli ormeggi e dei posti barca ma anche del settore immobiliare.

Il passaggio apre anche, finalmente, l’avvio concreto dei lavori per il porto turistico del Mediceo, fino ad oggi in stand by prima per le opposizioni de circoli ivi ubicati, poi – dopo i faticosi accordi raggiunti – per il sostanziale cambio della viabilità interna. Il trasferimento di parte delle barche del Mediceo nella Darsena Nuova, che fa parte del piano, comporterà la frequente apertura del ponte girevole del “Muro del pianto”: per raggiungere quindi le banchine e le aree già a mare del Mediceo sarà dunque necessario aprire prioritariamente la via Fagni fino alle aree di fronte alla banchina 75, velocizzando l’accesso sia a quest’ultima – sempre più coinvolta, al momento, negli accosti delle crociere – sia agli insediamenti dei piloti, del Forte della Bocca e dell’Assonautica della Camera di Commercio.

Si apre, di fatto, l’ennesimo atto concreto per la totale realizzazione degli accordi di Roma di oltre vent’anni fa. In quanto alla sua conclusione meglio non fare previsioni: abbiamo imparato, a Livorno, a concepire i tempi dei fatti come una variabile più vaga delle vaghe stelle dell’Orsa di Giacomo Leopardi.

(A.F.)