La riforma del codice doganale UE

Il Consiglio dell’Unione Europea, sotto la presidenza polacca, ha approvato un mandato parziale per avviare i negoziati con il Parlamento europeo su una profonda riforma del codice doganale dell’UE. L’obiettivo è dotare le Autorità Doganali europee di strumenti adeguati per affrontare le nuove sfide, in particolare l’espansione del commercio elettronico e l’aumento dei volumi degli scambi.

Il mandato consente l’avvio dei colloqui interistituzionali su aspetti cruciali della riforma, tra cui la creazione di una nuova Agenzia doganale europea, incaricata di coordinare la gestione del rischio e il Centro Dati Doganale dell’UE. È prevista anche l’istituzione di una piattaforma unica europea per la gestione dei dati doganali, destinata a migliorare l’integrità, la tracciabilità e i controlli. Altri punti rilevanti sono le semplificazioni per gli operatori economici più affidabili e un approccio rinnovato al commercio elettronico.

Già in fase di proposta da parte della Commissione europea, la riforma aveva sollevato perplessità da parte della CLECAT, l’associazione europea che rappresenta spedizionieri, trasportatori, operatori logistici e doganali. In particolare, sono stati segnalati timori relativi all’introduzione del concetto di “persona unica responsabile” (Single Liable Person – SLP) e al nuovo sistema per gli operatori Trust & Check (T&C).

Pur riconoscendo l’intento di rafforzare la conformità e l’efficienza delle dogane, l’associazione ha evidenziato il rischio che alcune misure possano mettere in difficoltà le piccole e medie imprese e gli operatori logistici, che costituiscono un pilastro dell’economia europea.

Secondo CLECAT, è necessario rivedere in particolare due elementi: l’accentramento delle semplificazioni doganali all’interno del sistema T&C e l’obbligo per gli intermediari di operare solo tramite rappresentanza indiretta. Questi aspetti, infatti, potrebbero limitare l’accesso alle agevolazioni e aumentare la responsabilità degli agenti doganali oltre il ragionevole.

Un’ulteriore criticità riguarda l’eventuale attribuzione della responsabilità all’agente doganale per obblighi non fiscali (come sicurezza dei prodotti, normative ambientali o etichettatura) anche in assenza di controllo diretto sulle merci e sui dati. CLECAT ha ricordato che la maggior parte degli intermediari non possiede le merci né ha accesso alle informazioni necessarie a verificarne la conformità, il che potrebbe portarli a rinunciare a offrire i propri servizi, temendo ripercussioni legali non sostenibili.

L’associazione ha quindi evidenziato la mancanza di adeguate tutele giuridiche per chi opera in rappresentanza indiretta, nonostante l’ampliamento delle responsabilità, e ha auspicato che il Parlamento europeo e la futura presidenza danese del Consiglio possano valutare soluzioni più equilibrate, che riflettano la realtà operativa del settore e proteggano la competitività dell’UE.

Da addr4X