Concessioni, il maxi-aumento

ROMA – I canoni demaniali aumentano del 25% e la stangata non è rinviabile, malgrado un tentativo di emendamento presentato in parlamento ma respinto dalla maggioranza. Il piatto piange – ha detto il viceministro Edoardo Rixi sul tema – e lo Stato ha bisogno di risorse. Poi per la promessa di una settimana fa, evidenziata anche dalla stampa specializzata. “Proveremo a spalmare il pagamento degli aumenti nel tempo – ha detto Rixi – ma dobbiamo tener presente la situazione in tutti i comparti del demanio” – C’è stata anche un’altra promessa: “Proveremo ad evitare che l’aumento annuo diventi automatico”. Come a dire: c’è una spada di Damocle ulteriore sulla testa dei titolari di concessioni demaniali portuali: della serie che, in tempi d’inflazione e di guerra, non c’è limite al peggio.

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Per fortuna c’è anche il bicchiere mezzo pieno. Le associazioni dei terminasti, Assoporti e il Ministero stanno confrontandosi su quale dovrà essere la nave di partenza dell’aumento (che non è stato ancora comunicato ai destinatari). La richiesta è di far partire l’aumento dal canone minimo e non da quello complessivo dei vari “addendi”. Sarebbe già un buon approccio in tempi difficili come gli attuali, dove armamento e terminassimo stanno facendo tutti gli sforzi per fronteggiare il calo dei traffici e l’inflazione.

A.F. – La Gazzetta Marittima